La vita nel monastero medievale
mistero e tradizione...
domenica 15 maggio 2016
Conclusione
Dopo il percorso attraverso le analisi di cinque elementi caratteristici della cultura medievale ritrovati nel romanzo "il nome della rosa" siamo dunque giunti alla conclusione. Il nostro viaggio è passato dal dominio culturale della Chiesa su tutto il mondo della scienza,all'importanza del libro nella cultura del monastero , toccando l'immaginario collettivo dell'epoca. Tirando le somme è stata un' esperienza divertente ed interessante e spero che anche Voi, lettori, possiate calarvi in un mondo risalente a circa 800 anni fa, che è tuttavia alla base della cultura moderna: questo è appunto lo scopo del mio blog. L'esperienza della lettura del libro e di questi articoli può culminare con la visita della Sacra di San michele, bellissimo monastero, che avvolto dal mistero, e talvolta dalle nuvole, domina la Val di Susa, come per ricordarci di ciò che fummo e farci riflettere sull'importanza che il passato ci ha lasciato, soprattutto a noi Italiani.
sabato 14 maggio 2016
L'Inquisizone: l'arma del Papa
Un punto cruciale del libro ,che caratterizza la cultura medievale, è il processo dell'Inquisizione contro Fra Michele, presunto eretico. Il poveretto fu accusato di aver detto che Gesù e gli Apostoli " non ebbero niuna cosa nè in speziale nè in comune per ragione di proprietà". L'accusato sosteneva che il notaio avesse aggiunto parole che non aveva mai pronunciato. Giunti a questo punto l'imputato non aveva quasi più possibilità di salvarsi. Michele continuava a sotenere la povertà di Cristo, rifacendosi alla regola francescana. Egli accusava il Papa di violare le regole della povertà professate da Gesù. Molte persone ritenevano quindi Michele un Santo, ma ciononostante fu messo al rogo. L'Inquisizione era l'arma del Papa che usava per mantenere il suo potere. Ciò deriva dallo stretto legame tra potere spirituale e temporale dello Stato Pontificio. Il Papa può governare solo grazie alla parola di Cristo che incaricò San Pietro di fondare la Chiesa. Il potere assoluto del Papa è giustificato dalla santità del figlio di Dio che lo rende divino. Contestare le dottrine della Chiesa significava contestare il potere del Papa, il potere divino e quindi essere nemici del Cattolicesimo. I processi dell'Inquisizione cercavano di evitare ciò che successe nel 1054 con lo Scisma d'Oriente : un problema spirituale fu utilizzato per indebolire e negare il potere effettivo del Pontefice. Bastava comunque essere personalità scomode per essere accusati ingiustamente dall'Inquisizione ed essere uccisi. Anche gli scenziati venivano indagati perchè rischiavano di trovare tesi che entravano in conflitto con ciò che veniva dichiarato dalla religione, primo fra tutti Galileo Galilei. L'Inquisizione era quindi l'arma effettiva del Papa.
La fantasia dello sconosciuto nell'ottica cristiana medievale
Ho trovato molto interessante un discorso di Adso a proposito delle bestie fantastiche della tradizionale medievale, che ,pur essendo bruttissime, sono comunque creazione del Signore. A proposito di ciò il ragazzo cita gli scritti di un certo Onorio Augustoduniense, un monaco clunicense di cui non ci sono rimaste molte notizie, m,a che probabilmente scrisse libri di viaggio, a metà tr ail reale ed il fantastico. Durante il Medioevo venivano raccontate leggende di bestie orribili e mostruose che vivevano nei luoghi più selvaggi ai confini del mondo. Riporto un elenco degli orridi animali, citati nel libro, che la cultura dell'epoca riteneva reali:


- Serpenti che vivono nell'oceano e che sono così grandi da divorare un cervo intero;
- La bestia cenocroca, invece, ha il corpo d'asino, le corna di stambecco, il petto e le fauci di leone, le zampe sono come quelle del cavallo ma lo zoccolo è bisolco come quello degli ungulati, la bocca arriva fino alle orecchie, al posto dei denti ha un solo osso e, la parte più inquietante, ha voce quasi umana;

- La bestia manticora aveva un volto d'uomo, un triplice ordine di denti, il corpo di leone, la coda di scorpione, gli occhi di un colore tra il celeste ed il verde, il colore del sangue e il sibilo sono come quelli del serpente. Questo mostro è attratto dalla carne umana;

- Ci sono anche mostri con otto dita per piede, con musi di lupo e pelle di pecora. Le unghie sono adunche ed emettono latrati come i cani. La loro peculiarità è che diventano anche molto vecchi e cambiano il loro colore da bianco a nero;

- Altre creature presentano gli occhi sugli omeri e due fori sul petto al posto delle narici, perchè sono senza testa;

- Infine altre bestie originarie della zona del Gange riescono a vivere solo grazie al profumo di un frutto e se si allontanano muoiono.
Molte di queste bestie venivano veramente considerate reali durante il Medioevo, per questo non sono definitie creature fantastiche, bensì leggendarie. Questi racconti nascevano spesso da incomprensioni di resoconti di spedizioni in luoghi ancora poco esplorati come l'Africa o l'Asia. Da un rinoceronte poteva nascera ad esempio la leggenda di un territorio in cui bestie con un solo corno vivevano liberamente. Quando i viaggiatori dovevano descrivere esseri che non avevano mai visto li paragonavano pezzo per pezzo ad animali conosciuti, per questo la giraffa si pensava essere un mix di cammello e leopardo. Non bisogna quindi stupirsi della moltitudine di creature della tradizione che combinano parti di diverse provenienze.
mercoledì 30 marzo 2016
L'importanza del libro e della biblioteca nel mondo medievale
"Monasterium sine libris est sicut civitas sine opibus,castrum sine numeris,coquina sine suppellectili,mensa sine cibis,hortus sine erbis,pratum sine floribus,arbor sine foliis..." Queste sono le parole dell'abate rivolte a Guglielmo, per sottolineare l'importanza della biblioteca nel monastero. Come numeri è una delle più vaste nel mondo conosciuto, con migliaia di libri. I manoscritti sono considerati beni inestimabili e la biblioteca monasteriale ebbe il compito di ingrandire la propria collezione attraverso scambi con altre abbazie e di tramandare scritti che si sarebbero ,altrimenti ,persi nei secoli. I pellegrini che giungono nell'Edificio, portano manoscritti introvabili da inserire nel Tesoro ed a loro volta copiano scritti che viaggeranno poi in tutt'Europa. Ma purtroppo il lavoro tradizionale dei copisti e degli scribi si sta perdendo. In compenso nelle città stanno nascendo gilde di scribi al soldo delle università. La contrapposizione tra il sapere del monastero di campagna ed il sapere universitario cittadino è alla base della cultura basso medievale. La biblioteca ed i monaci che vi lavorano sono un faro per tutta la Cristianità, l'unica entità che si può contrappore alla "corsa verso l'abisso" che l'uomo della città sta compiendo scrivendo in volgare. Bisogna quindi tramandare e ripetere il "tesoro di saggezza" lasciato dai Padri. Combattendo contro l'utilizzo del volgare si combatte anche contro la venuta dell'anticristo, simbolo incarnato del male. Fino all'ultimo dei giorni la biblioteca continuerà a difendere il tesoro del mondo cristiano e quindi la parola di Dio. Questa fu infatti dettata ai profeti ed agli apostoli e poi trascritta in modo identico dai Padri della Chiesa.
Il compito centrale delle biblioteche monasteriali divenne sempre meno importante con l'invenzione della stampa. I libri iniziarono a circolare in tutt'Europa, senza più la necessità di un intermediario o di uno scrigno che racchiudesse il sapere cristiano. Gli uomini diventarono così sempre più indipendenti dalla trascrizione amanuense, segnando così la fine di un mestiere secolare.
"E finchè queste mura resisteranno, noi saremo i custodi della Parola divina"
Il compito centrale delle biblioteche monasteriali divenne sempre meno importante con l'invenzione della stampa. I libri iniziarono a circolare in tutt'Europa, senza più la necessità di un intermediario o di uno scrigno che racchiudesse il sapere cristiano. Gli uomini diventarono così sempre più indipendenti dalla trascrizione amanuense, segnando così la fine di un mestiere secolare.
"E finchè queste mura resisteranno, noi saremo i custodi della Parola divina"
lunedì 21 marzo 2016
La concezione del mondo nel segno di Dio: i bestiari.
L'inizio del secondo giorno si apre così : "Simbolo talora del demonio,talora del Cristo risorto, nessun animale è più infido del gallo". Queste poche parole aprono in realtà un mondo al lettore: si riesce a cogliere la concezione simbolica della natura, elemento fondamentale che caratterizza tutta la cultura medievale. Il gallo è quindi come il leone dei bestiari, può essere simbolo di Cristo risorto ( il gallo annuncia infatti il ritorno del sole, cioè Cristo sole del mondo) ma può essere anche demoniaco. Esso infatti d'inverno non annuncia la venuta del sole, poichè l'alba non coincide con la preghiera mattutina, non essendo così utile ai monaci. Qualche riga più avanti si parla della "consuetudine" intesa come essenza storica non ben definita. "Perciò saggiamente la consuetudine predispose dei veglianti [...]". La citazione è astorica ed atemporale, facendo riferimento ad un passato non definito, in cui per ovviare al fenomeno demoniaco del gallo, che non annunciava "l'ufficio di mattutino", furono istituiti monaci addetti che non dormivano per poi poter svegliare i fratelli all'ora della prima preghiera. In queste poche righe penso che sia facilmente possibile individuare l'intento di Eco nell'inserire brevi riferimenti ad ampi elementi della cultura medievale, riconoscibili solo dal lettore attento, che deve essere un minimo preparato nell'ambito. I bestiari sono particolari manuali scientifico-enciclopedici scritti in epoca medievale. Essi descrivono scientificamente la natura, accompagnando descrizioni fisiche ad altre riguardanti il carattere degli animali o le qualità delle piante in riferimento ad eventi presenti nelle Sacre Scritture. La gente era aiutata molto nell'apprendimento delle scienze naturali grazie agli esempi biblici, che per la prima volto sottolinearono l'etica naturale.
domenica 13 marzo 2016
Magia e tecnologia tra Demonio, Religione ed Infedeli.
Durante il primo giorno Guglielmo si intrattiene in una discussione con il mastro vetraio. Nicola è meravigliato dagli occhiali del francescano, uno strumento tecnologico rarissimo all'epoca. Si inizia quindi a discutere sulla doppia natura della magia: demoniaca da una parte e religiosa dall'altra. L'obiettivo della magia cristiana è plasmare la natura, allungando la vita dell'uomo. La Divina Sapienza ha già rivelato a popoli antichi questa magia santa. Ebrei, Greci, Musulmani e popoli ormai scomparsi erano considerati custodi della conoscenza in ogni ambito. Non è un caso che molti nomi legati all'astronomia od alla matematica denotino ancora oggi origini greche od arabe. "E di tutte queste conoscenze una scienza cristiana dovrà reimpossessarsi, e riprenderla ai pagani e agli infedeli tamquam ab iniustis possessoribus". Interessantissima è poi questa frase. Eco mette nella bocca di Guglielmo i pensieri di Sant'Agostino a proposito del Sacro Furto: tutto ciò di buono che venne prodotto dalle culture antiche e pagane (ma anche infedeli al tempo del romanzo) dovrebbe essere inserito nella cultura cristiana, a patto che non entri in conflitto con la religione. Quest'idea si incarnò soprattutto nella cultura borghese e nel ceto mercantile. Ogni viaggio in Oriente o in Africa portava in Occidente (soprattutto in Italia) nuove conoscenze e tecnologie. Moltissimi dei progressi tecnologi avvenuti tra il XV ed il XVI secolo furono raggiunti grazie all'opera di integrazione che riuscì ad effettuare il mondo cristiano. Senza l'introduzione delle bussole, dei timoni e delle vele regolabili, tutte meraviglie della tecnica nautica cinese, Colombo non sarebbe mai arrivato in America. Inoltre l'introduzione di molte innovazioni fu ritardata dallo scetticismo e dalla scaramanzia del popolo e del clero durante il basso medioevo. Da quando fu istituito il Tribunale della Santa Inquisizione gli inventori furono molto cauti nel proporre nuove invenzioni tecnologie. Un esempio sono gli occhiali di Guglielmo, che dovevano essere nascosti durante i processi, per non rischiare di essere additato come seguace di Satana. "Spesso il sapiente deve far apparire come magici libri che magici non sono". Questa frase racchiude uno dei problemi maggiori della Cristianità.
domenica 6 marzo 2016
Introduzione...
Salve sono Giorgio. Ho aperto questo blog con l'intenzione di analizzare dei passi del best-seller di Umberto Eco "Il nome della rosa". Vorrei che queste analisi si incentrassero sulla vita dei monaci nel monastero del romanzo e sulla loro concezione della realtà che li circonda. Questo discorso è facilmente ampliabile a tutti i monasteri e le abbazie dell'epoca. La mentalità nelle schiere ecclesiastiche nel XIII secolo è analoga in tutt'Europa: le innovazioni sono viste in malo modo e l'interpretazione personale dei Testi Sacri o dei massimi sistemi aristotelici è impensabile. E' per questo motivo che un personaggio come Guglielmo da Baskerville è innovativo e geniale da inserire in questo contesto. Quali sono perciò questi elementi caratteristici che ci possono portare in quella particolare situazione? Nelle prossime settimane avrete la risposta...
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