lunedì 21 marzo 2016

La concezione del mondo nel segno di Dio: i bestiari.

L'inizio del secondo giorno si apre così : "Simbolo talora del demonio,talora del Cristo risorto, nessun animale è più infido del gallo". Queste poche parole aprono in realtà un mondo al lettore: si riesce a cogliere la concezione simbolica della natura, elemento fondamentale che caratterizza tutta la cultura medievale. Il gallo è quindi come il leone dei bestiari, può essere simbolo di Cristo risorto ( il gallo annuncia infatti il ritorno del sole, cioè Cristo sole del mondo) ma può essere anche demoniaco. Esso infatti d'inverno non annuncia la venuta del sole, poichè l'alba non coincide con la preghiera mattutina, non essendo così utile ai monaci. Qualche riga più avanti si parla della "consuetudine" intesa come essenza storica non ben definita. "Perciò saggiamente la consuetudine predispose dei veglianti [...]". La citazione è astorica ed atemporale, facendo riferimento ad un passato non definito, in cui per ovviare al fenomeno demoniaco del gallo, che non annunciava "l'ufficio di mattutino", furono istituiti monaci addetti che non dormivano per poi poter svegliare i fratelli all'ora della prima preghiera. In queste poche righe penso che sia facilmente possibile individuare l'intento di Eco nell'inserire brevi riferimenti ad ampi elementi della cultura medievale, riconoscibili solo dal lettore attento, che deve essere un minimo preparato nell'ambito. I bestiari sono particolari manuali scientifico-enciclopedici  scritti in epoca medievale. Essi descrivono scientificamente la natura, accompagnando descrizioni fisiche ad altre riguardanti il carattere degli animali o le qualità delle piante in riferimento ad eventi presenti nelle Sacre Scritture. La gente era aiutata  molto nell'apprendimento delle scienze naturali grazie agli esempi biblici, che per la prima volto sottolinearono l'etica naturale.

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