"Monasterium sine libris est sicut civitas sine opibus,castrum sine numeris,coquina sine suppellectili,mensa sine cibis,hortus sine erbis,pratum sine floribus,arbor sine foliis..." Queste sono le parole dell'abate rivolte a Guglielmo, per sottolineare l'importanza della biblioteca nel monastero. Come numeri è una delle più vaste nel mondo conosciuto, con migliaia di libri. I manoscritti sono considerati beni inestimabili e la biblioteca monasteriale ebbe il compito di ingrandire la propria collezione attraverso scambi con altre abbazie e di tramandare scritti che si sarebbero ,altrimenti ,persi nei secoli. I pellegrini che giungono nell'Edificio, portano manoscritti introvabili da inserire nel Tesoro ed a loro volta copiano scritti che viaggeranno poi in tutt'Europa. Ma purtroppo il lavoro tradizionale dei copisti e degli scribi si sta perdendo. In compenso nelle città stanno nascendo gilde di scribi al soldo delle università. La contrapposizione tra il sapere del monastero di campagna ed il sapere universitario cittadino è alla base della cultura basso medievale. La biblioteca ed i monaci che vi lavorano sono un faro per tutta la Cristianità, l'unica entità che si può contrappore alla "corsa verso l'abisso" che l'uomo della città sta compiendo scrivendo in volgare. Bisogna quindi tramandare e ripetere il "tesoro di saggezza" lasciato dai Padri. Combattendo contro l'utilizzo del volgare si combatte anche contro la venuta dell'anticristo, simbolo incarnato del male. Fino all'ultimo dei giorni la biblioteca continuerà a difendere il tesoro del mondo cristiano e quindi la parola di Dio. Questa fu infatti dettata ai profeti ed agli apostoli e poi trascritta in modo identico dai Padri della Chiesa.
Il compito centrale delle biblioteche monasteriali divenne sempre meno importante con l'invenzione della stampa. I libri iniziarono a circolare in tutt'Europa, senza più la necessità di un intermediario o di uno scrigno che racchiudesse il sapere cristiano. Gli uomini diventarono così sempre più indipendenti dalla trascrizione amanuense, segnando così la fine di un mestiere secolare.
"E finchè queste mura resisteranno, noi saremo i custodi della Parola divina"
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