mercoledì 30 marzo 2016

L'importanza del libro e della biblioteca nel mondo medievale

"Monasterium sine libris est sicut civitas sine opibus,castrum sine numeris,coquina sine suppellectili,mensa sine cibis,hortus sine erbis,pratum sine floribus,arbor sine foliis..." Queste sono le parole dell'abate rivolte a Guglielmo, per sottolineare l'importanza della biblioteca nel monastero. Come numeri è una delle più vaste nel mondo conosciuto, con migliaia di libri. I manoscritti sono considerati beni inestimabili e la biblioteca monasteriale ebbe il compito di ingrandire la propria collezione attraverso scambi con altre abbazie e di tramandare scritti che si sarebbero ,altrimenti ,persi nei secoli. I pellegrini che giungono nell'Edificio, portano manoscritti introvabili da inserire nel Tesoro ed a loro volta copiano scritti che viaggeranno poi in tutt'Europa. Ma purtroppo il lavoro tradizionale dei copisti e degli scribi si sta perdendo. In compenso nelle città stanno nascendo gilde di scribi al soldo delle università. La contrapposizione tra il sapere del monastero di campagna ed il sapere universitario cittadino è alla base della cultura basso medievale. La biblioteca ed i monaci che vi lavorano sono un faro per tutta la Cristianità, l'unica entità che si può contrappore alla "corsa verso l'abisso" che l'uomo della città sta compiendo scrivendo in volgare. Bisogna quindi tramandare e ripetere il "tesoro di saggezza" lasciato dai Padri. Combattendo contro l'utilizzo del volgare si combatte anche contro la venuta dell'anticristo, simbolo incarnato del male. Fino all'ultimo dei giorni la biblioteca continuerà a difendere il tesoro del mondo cristiano e quindi la parola di Dio. Questa fu infatti dettata ai profeti ed agli apostoli e poi trascritta in modo identico dai Padri della Chiesa.
Il compito centrale delle biblioteche monasteriali divenne sempre meno importante con l'invenzione della stampa. I libri iniziarono a circolare in tutt'Europa, senza più la necessità di un intermediario o di uno scrigno che racchiudesse il sapere cristiano. Gli uomini diventarono così sempre più indipendenti dalla trascrizione amanuense, segnando così la fine di un mestiere secolare.
"E finchè queste mura resisteranno, noi saremo i custodi della Parola divina"

lunedì 21 marzo 2016

La concezione del mondo nel segno di Dio: i bestiari.

L'inizio del secondo giorno si apre così : "Simbolo talora del demonio,talora del Cristo risorto, nessun animale è più infido del gallo". Queste poche parole aprono in realtà un mondo al lettore: si riesce a cogliere la concezione simbolica della natura, elemento fondamentale che caratterizza tutta la cultura medievale. Il gallo è quindi come il leone dei bestiari, può essere simbolo di Cristo risorto ( il gallo annuncia infatti il ritorno del sole, cioè Cristo sole del mondo) ma può essere anche demoniaco. Esso infatti d'inverno non annuncia la venuta del sole, poichè l'alba non coincide con la preghiera mattutina, non essendo così utile ai monaci. Qualche riga più avanti si parla della "consuetudine" intesa come essenza storica non ben definita. "Perciò saggiamente la consuetudine predispose dei veglianti [...]". La citazione è astorica ed atemporale, facendo riferimento ad un passato non definito, in cui per ovviare al fenomeno demoniaco del gallo, che non annunciava "l'ufficio di mattutino", furono istituiti monaci addetti che non dormivano per poi poter svegliare i fratelli all'ora della prima preghiera. In queste poche righe penso che sia facilmente possibile individuare l'intento di Eco nell'inserire brevi riferimenti ad ampi elementi della cultura medievale, riconoscibili solo dal lettore attento, che deve essere un minimo preparato nell'ambito. I bestiari sono particolari manuali scientifico-enciclopedici  scritti in epoca medievale. Essi descrivono scientificamente la natura, accompagnando descrizioni fisiche ad altre riguardanti il carattere degli animali o le qualità delle piante in riferimento ad eventi presenti nelle Sacre Scritture. La gente era aiutata  molto nell'apprendimento delle scienze naturali grazie agli esempi biblici, che per la prima volto sottolinearono l'etica naturale.

domenica 13 marzo 2016

Magia e tecnologia tra Demonio, Religione ed Infedeli.

Durante il primo giorno Guglielmo si intrattiene in una discussione con il mastro vetraio. Nicola è meravigliato dagli occhiali del francescano, uno strumento tecnologico rarissimo all'epoca. Si inizia quindi a discutere sulla doppia natura della magia: demoniaca da una parte e religiosa dall'altra. L'obiettivo della magia cristiana è plasmare la natura, allungando la vita dell'uomo. La Divina Sapienza ha già rivelato a popoli antichi questa magia santa. Ebrei, Greci, Musulmani e popoli ormai scomparsi erano considerati custodi della conoscenza in ogni ambito. Non è un caso che molti nomi legati all'astronomia od alla matematica denotino ancora oggi origini greche od arabe. "E di tutte queste conoscenze una scienza cristiana dovrà reimpossessarsi, e riprenderla ai pagani e agli infedeli tamquam ab iniustis possessoribus". Interessantissima è poi questa frase. Eco mette nella bocca di Guglielmo i pensieri di Sant'Agostino a proposito del Sacro Furto: tutto ciò di buono che venne prodotto dalle culture antiche e pagane (ma anche infedeli al tempo del romanzo) dovrebbe essere inserito nella cultura cristiana, a patto che non entri in conflitto con la religione. Quest'idea si incarnò soprattutto nella cultura borghese e nel ceto mercantile. Ogni viaggio in Oriente o in Africa portava in Occidente (soprattutto in Italia) nuove conoscenze e tecnologie. Moltissimi dei  progressi tecnologi avvenuti tra il XV ed il XVI secolo furono raggiunti grazie all'opera di integrazione che riuscì ad effettuare il mondo cristiano. Senza l'introduzione delle bussole, dei timoni e delle vele regolabili, tutte meraviglie della tecnica nautica cinese, Colombo non sarebbe mai arrivato in America. Inoltre  l'introduzione di molte innovazioni fu ritardata dallo scetticismo e dalla scaramanzia del popolo e del clero durante il basso medioevo. Da quando fu istituito il Tribunale della Santa Inquisizione gli inventori furono molto cauti nel proporre nuove invenzioni tecnologie. Un esempio sono gli occhiali di Guglielmo, che dovevano essere nascosti durante i processi, per non rischiare di essere additato come seguace di Satana. "Spesso il sapiente deve far apparire come magici libri che magici non sono". Questa frase racchiude  uno dei problemi maggiori della Cristianità.

domenica 6 marzo 2016

Introduzione...

Salve sono Giorgio. Ho aperto questo blog con l'intenzione di analizzare dei passi del best-seller di Umberto Eco "Il nome della rosa". Vorrei che queste analisi si incentrassero sulla vita dei monaci nel monastero del romanzo e sulla loro concezione della realtà che li circonda. Questo discorso è facilmente ampliabile a tutti i monasteri e le abbazie dell'epoca. La mentalità nelle schiere ecclesiastiche nel XIII secolo è analoga in tutt'Europa: le innovazioni sono viste in malo modo e l'interpretazione personale dei Testi Sacri o dei massimi sistemi aristotelici è impensabile. E' per questo motivo che un personaggio come Guglielmo da Baskerville è innovativo e geniale da inserire in questo contesto. Quali sono perciò questi elementi caratteristici che ci possono portare in quella particolare situazione? Nelle prossime settimane avrete la risposta...